'Cassie: okay eccola. La scena sexy del club tratta di City of Lost Souls.
Tenete bene a mente che una versione meno piccante di questa scena esiste nel libro finale. L’ho scritta in Messico, cercando di catturare un’atmosfera molto dark, sensuale, scrivendo cose forse improbabili, e che capirete leggendo. Per quelli che odiano gli spoiler, consiglio di chiudere la pagina ed evitare di leggere, perché questa scena contiene dettagli che possono essere più scioccanti di una scena piccante..
TRADUZIONE A CURA DI: Margherita Santoro e Veronica Maccari
REVISIONE: hypa'
“Che succede?” Era Jace, che era riuscito a farsi strada tra la gente che ballava. Gli era caduto addosso parecchio glitter e aveva gocce argentate tra i suoi capelli dorati. “Clary?”
“Scusa” disse lei, alzandosi in piedi. “Mi sono persa tra la folla”.
“L’ho notato” rispose Jace. “Un secondo prima stavo ballando con te, e l’attimo dopo tu eri sparita e un licantropo molto insistente stava cercando si sbottonarmi i jeans”. Prese la mano di Clary, circondando delicatamente il polso di lei con le sue dita. “Vuoi andare a casa? O ballare ancora un pò?”
“Ballare ancora un pò″ disse lei senza fiato. “Va bene per te?” SPOILER
“Avanti, andate.” Sebastian si sporse indietro, e appoggiò le mani dietro di lui sul bordo della fontana, il suo sorriso era come la lama di un coltello. “Non mi dispiace guardare”
Qualcosa sfrecciò nella mente di Clary: il ricordo dell’impronta di una mano insanguinata che andò vià veloce come era arrivato. Clary si accigliò.
Quella notte era troppo bella per pensare a cose brutte. Guardò suo fratello per un altro momento prima di lasciare che Jace la guidasse attraverso la folla, raggiungendone la fine, dove nell’oscurità c’era meno gente.
SPOILER
Un’altra palla di luce colorata esplose sopra le loro teste mentre passavano, diffondendo delle schegge argentate, Clary guardò in alto, assaporando alcune gocce della sostanza dolce e salata sulla lingua.
Poi Jace si fermò e l’attirò a sé. Clary poteva sentire il liquido argentato scivolare sul suo viso come se fossero lacrime. Lui la strinse a se e le baciò, come se stesse baciando lacrime vere nel tentativo di mandarle via; le labbra di Jace erano calde sulla sua pelle e la fecero rabbrividire. Clary, afferrò la cerniera della giacca di lui e la fece scviolare giù, infilando le sue mani all’interno di essa e accarezzando la sua maglia di cotone, poi le fece scivolare sotto la maglia, dove le sue unghie graffiarono leggermente le costole di Jace.
Jace smise di baciarle le guance e gli mise una mano dietro al collo, avvicinandosi per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Nessuno dei due ballava più: la musica ipnotica intorno a loro continuava ad andare avanti, ma Clary la notava appena.
Una coppia che ballava passò di lì ridendo e fece un battuta in ceco: lei non la capì, ma sospettò che fosse qualcosda tipo “Trovatevi una camera“.
Jace fece un lamento impaziente e poi la trascinò di nuovo con sé, oltrepassando la fine della folla e infilandosi in uno dei priveé oscurati disposti lungo i muri.
Quel priveé era conico, e al centro vi era una pedana bassa di pietra, su cui si innalzava la statua di un angelo, alta circa novanta centimentri. Era fatta di basalto nero, ma i suoi occhi erano di vetro, come quelli di una bambola, e le sue ali erano d’argento. Il pavimento era scivoloso e umido tanto che persero l’equilibrio andando a finire contro la parete. Jace, di schiena contro di essa, baciò Clary; baci dolorosi, ardenti, rabbiosi. Anche lui sapeva di dolce e salato insieme, e gemette mentre lei leccava quel gusto dalle sue labbra. Le mani di Clary si infilarono tra i suoi capelli. Era buio nel priveé, così buio che Jace pareva soltanto una sagoma di ombre e oro. Clary afferò i bordi della giacca di Jace, sfilandola dalle spalle; la giacca cadde a terra e lui la calciò via. Le mani di lei salirono sotto la sua maglietta, graffiandogli la schiena, affondando le dita nella sua pelle lì dove uno strato di morbidezza copriva i muscoli duri.
Jace la baciò con più fervore, e lei gli strinse le spalle mentre lui le succhiò il labbro inferiore e lo morse, provocando uno shock di piacere misto a dolore attraverso tutto il suo corpo. Si contorse per stringersi ancora di più a lui e udì il suo respiro accellerare. Poteva sentire il sapore del sangue in bocca, del sale e del calore. Era come se volessero farsi a pezzi l’un l’altra, pensò, inerpicarsi l’uno all’interno dell’altra e respirare l’uno il respiro dell’altra e sincronizzare i battiti con quelli dell’altro, finchè ciò non li avesse uccisi entrambi. C’era sangue sotto le unghie di Clary, di quando lei gli aveva graffiato la schiena.
Jace la spinse in avanti, facendoli ruotare entrambi in modo tale che lei fosse schiacciata tra il corpo di lui e la parete. Quando si voltarono, Jace afferrò un’estremità della statua dell’angelo, gettandola a terra e frantumandola in una nuvola di polvere marmorea, poi rise cadde a terra in ginocchio tra i resti della statua rotta. Lei lo fissò in preda allo stupore mentre lui faceva correre le mani sui suoi stivali, verso le sue gambe nude, fino al pizzo che contornava la parte inferiore del vestito. Clary trattenne il respiro mentre le mani di lui scivolavano come acqua sopra e sotto la seta, verso la vita, fino a circondarle i fianchi, lasciando striature d’argento sulla seta.
“Che stai facendo?” sussurrò lei. “Jace?”
Lui la guardò. La luce peculiare del club conferiva ai suoi occhi un insieme di colori frammentati. Il suo sorriso era malizioso. “Puoi dirmi di fermarmi quando vuoi,” disse. “Ma non lo farai.”
“Jace…” le mani del ragazzo si aggrapparono alla seta del vestito, tirando sù l’orlo, e si chinò a baciarle le gambe, la pelle nuda al confine con gli stivali, le ginocchia (chi l’avrebbe detto che le ginocchia possono essere così sensibili?), e ancora più sù, dove nessun’altro l’aveva mai baciata prima. I baci erano leggeri, e anche se il suo corpo teso sembrava dirgli che aveva bisogno di più, in realtà lei non sapeva cosa, non sapeva esattamente di cosa aveva bisogno, ma non importava perché Jace invece pareva saperlo. Si lasciò andare, facendo cadere la testa indietro contro la parete, socchiudendo gli occhi, sentendo soltanto il suo battito come un tamburo nelle sue orecchie farsi più forte, sempre più incessante.
Fonte e Traduzione : ShadowHunters Italia
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